lunedì 16 febbraio 2015

I Vangeli

La formazione dei Vangeli
La nascita dei Vangeli è frutto di una complessa evoluzione, che gli studiosi del Nuovo Testamento hanno cercato di analizzare, fino a produrre teorie che spiegano i vari elementi di somiglianza e differenza che si trovano tra i quattro libri.
Per delineare tale processo sono stati necessari anni di ricerca di molti studiosi i quali hanno elaborato un'ipotesi molto probabile di come devono essere andate le cose.
Gesù ha predicato, e si è scelto e formato dei discepoli. Essi hanno ascoltato per tre anni la sua parola, una parola che doveva avere un criterio di ripetitività: predicando nei villaggi, nelle sinagoghe, Gesù si trovava di fronte un uditorio sempre diverso, al quale proponeva lo stesso identico messaggio; ciò vale sicuramente se consideriamo archi di tempo limitati. Insegnamenti diversi possono essere stati forniti in fasi diverse del suo ministero. Inoltre, Gesù ha dedicato una parte del suo ministero pubblico alla formazione più specifica del gruppo ristretto dei dodici, evitando di proposito le folle.

Questo carattere di ripetitività è in linea con il modo di insegnare del tempo. I rabbini usavano ripetere molte volte le loro lezioni, perché si imprimessero nella memoria dei discepoli.
L'esigenza di insegnare a memoria nasce dal fatto che la scrittura era impraticabile in condizioni normali. Mentre tutti sapevano leggere, pochissimi sapevano scrivere, ed erano i cosiddetti scribi. Si scriveva su tavolette o su fogli di papiro. In entrambi i casi scrivere era un procedimento estremamente laborioso, che non poteva essere usato nella vita quotidiana e nel rapporto maestro-discepoli.
Il gruppo degli apostoli, dopo la Pasqua di Gesù, ha iniziato ad annunciare a Gerusalemme la sua risurrezione e la sua dignità messianica. La primitiva comunità cristiana annuncia oralmente la buona notizia di Gesù messia.
È un annuncio o Kerigma  dal contenuto essenziale: lo troviamo ripetutamente nelle "prediche" di Pietro e Paolo che sono riportate negli Atti degli Apostoli. Tali prediche sono un autentico vangelo in miniatura, sullo stesso schema che ritroviamo nei vangeli sinottici: si parla del battesimo di Giovanni, poi qualche accenno alla predicazione di Gesù in Galilea e ai suoi miracoli, il viaggio a Gerusalemme, la condanna alla morte di croce e la resurrezione.


Gli apostoli, dunque, raccontavano a voce gli episodi di cui erano stati testimoni durante la loro vita con Gesù e ripetevano, a chi non l'aveva conosciuto, le sue parole e i suoi insegnamenti.
Lentamente i ricordi ed i racconti su Gesù assunsero una forma ben precisa, che si conservava nel processo seguente di trasmissione. I detti e i fatti di Gesù, ricordati e riproposti dalla predicazione apostolica, si sono fissati ben presto in una forma determinata. Sono stati insegnati e ripetuti molte volte, spesso senza conteso e con collegamenti vari tra le unità elementari. Così anche i racconti degli avvenimenti principali della sua vita hanno presto preso forma e si sono tramandati in modo costante e fedele.
Bisogna notare questo: la comunità non crea il contenuto della predicazione, ma ne elabora la forma letteraria attraverso la quale trasmette il messaggio su Gesù. L'annuncio cristiano antico, infatti, non era lasciato alla libera iniziativa dei singoli, ma strettamente controllato dalla comunità apostolica di Gerusalemme; aveva un rigido carattere di tradizione che passava fedelmente da persona a persona e si basava sulla testimonianza autorevole dei testimoni oculari.
Gli insegnamenti apostolici su Gesù non rimasero puro insegnamento orale, ma presto, anche se gradualmente, furono messi per iscritto.
Come sono nate, e perché, le prime composizioni letterarie basate sulla predicazione della chiesa?
I motivi per cui si è iniziato a scrivere
Il motivo va cercato nelle tre esigenze delle prime comunità:
la celebrazione della · liturgia: per celebrare occorrono testi da leggere; la catechesi o formazione dei credenti: i catechisti avevano bisogno di testi di riferimento sui quali basare il proprio insegnamento; l'attività missionaria di annuncio ai non credenti, per la quale era necessario avere tra le mani perlomeno dei promemoria contenenti gli insegnamenti e le parole significative dette da Gesù.
Per svolgere queste fondamentali funzioni la comunità degli apostoli ha ricordato le parole di Gesù ed ha raccontato gli episodi della sua vita.
Altri elementi determinanti per la nascita letteraria degli episodi evangelici sono i bisogni pratici delle comunità. Sono anch'essi essenzialmente tre: la determinazione del comportamento pratico dei cristiani nell'incontro con culture e stili di vita diversi; la difesa contro accuse, calunnie e fraintendimenti, a cui le comunità erano soggette, sia da parte ebraica che pagana; il ricordo affettuoso e gratuito dell'"amico" Gesù.
Per rispondere a tali esigenze occorrevano racconti già elaborati o la composizione di nuovi racconti, attingendo alla memoria e alla testimonianza degli apostoli.
Questo lavoro letterario, che ha visto impegnate molte persone per diversi anni, non è stato solo frutto dell'attività umana: i credenti sono certi del fatto che gli apostoli e gli uomini della loro cerchia hanno collaborato con lo Spirito di Dio, e lo Spirito li ha guidati al ricordo e alla comprensione di quanto Gesù aveva fatto e detto, secondo la parola di Gesù.
Il kèrigma (chèrigma) letteralmente significa: "gridare" o "proclamare", come un banditore, è la parola usata nelNuovo Testamento per indicare l'annuncio del messaggio cristiano.

I quattro Vangeli un solo messaggio

Marco scrisse per primo il suo Vangelo, intorno al 65 d. C. circa, rifacendosi alla predicazione di Pietro. Seguirono Matteo e Luca, che, secondo alcuni studiosi, utilizzaronomentrambi il testo di Marco, uniitamente a un'altra fonte comune, fonte Q (dal tedesco Quelle, significa “fonte”).
  • I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono detti “sinottici”. Se si confrontano tra loro mettendoli in colonne parallele nella stessa pagina, infatti, è possibile cogliere le molteplici affinità e i frequenti parallelismi esistenti tra i tre Vangeli. Tali affin ità e parallelismi sono dovuti al fatto che i sinottici usarono tradizioni orali e fonti scritte comuni.
  • Giovanni scrisse per ultimo il suo Vangelo, rielaborando i materiali in modo autonomo.
Ogni Vangelo presenta una propria visione teologica, cioè un modo specifico di interpretare la persona e l'opera di Gesù: questo è determinato dal fatto che ciascun evangelista scriveva per un pubblico diverso. Nonostante ciò, l'annuncio di fee è uno solo: per questo possiamo parlare del Vangelo in modo unitario.
I vangeli sinottici
Matteo
Il Vangelo secondo Matteo è il primo dei quattro Vangeli canonici, ed è il più lungo dei Vangeli: ventotto capitoli, contro i ventiquattro di Luca, i ventuno di Giovanni e i sedici di Marco.
È attribuito al pubblicano di cui è narrata al capitolo 9 la chiamata a seguire Gesù.
È stato considerato per molti secoli il più antico dei quattro Vangeli; studi recenti, invece, lo hanno situato al secondo posto dopo il Vangelo secondo Marco per questo motivo viene datato attorno all'80 d.C..
Fin dall'inizio, il vangelo di Matteo si presenta come uno scritto in ambiente giudaico e rivolto a un pubblico giudaico: la sua genealogia del Messia si ferma ad Abramo, capostipite del popolo ebraico, mentre quella di Luca arriva fino ad Adamo, il primo uomo, dando così al messaggio del cristianesimo una dimensione universalistica che va oltre i confini di Israele.
Un antico testo di Papia, vescovo di Gerapoli in Asia Minore (110 o 120 d.C.) riferito dallo storico cristiano Eusebio di Cesarea (263-339), dice: "Matteo ordinò i discorsi". Anche se non tutti sono d'accordo su questa tradizione, va comunque citata perché sostiene che Matteo abbia scritto davvero il primo vangelo in aramaico, da cui Marco avrebbe tratto molti spunti per scrivere il suo, e sarebbe stato tradotto in greco dopo lo scritto marciano occupando, così, il secondo posto. Anche il sacerdote Origene, secondo lo stesso Eusebio, riferisce che il primo vangelo si rivolgeva ai credenti venuti dal giudaismo. In effetti è considerato il "vangelo palestinese" per eccellenza
Marco
Il Vangelo secondo Marco è, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, databile attorno al 65-70, probabilmente a Roma, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte, probabilmente in parte in aramaico. La tradizione cristiana lo attribuisce a Giovanni-Marco, compagno di predicazione di Pietro.
È composto da 16 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù, descrivendolo in particolare come il Figlio di Dio con numerose precisazioni rivolte ai Romani e ai non ebrei.
Marco si rivolge ad una comunità mista, composta da cristiani provenienti dal giudaismo e dal paganesimo. In essa è marcato l'interesse per la missione universale di annuncio del Vangelo.
Luca
Il Vangelo secondo Luca è l'autore del terzo Vangelo e di un'altro testo bilbico: gli Atti degli Apostoli. Questo presenta in maniera pronunciata un ritratto misericordioso di Dio e di Gesù.
Secondo l'antica tradizione ecclesiastica, l'autore del terzo vangelo è san Luca, un collaboratore serio e fidato dell'apostolo Paolo menzionato nel versetto Fm 24 , nella 2Tim 4,11 e nella Col 4,14 dove viene chiamato il caro medico.
Il Vangelo di Luca è stato scritto dopo il 70 d.C. (data della distruzione di Gerusalemme da parte di Tito).
Circa il luogo della composizione, non abbiamo a nostra disposizione testimonianze ecclesiastiche. Come già detto, molte indicazioni mostrano che l'autore conosce bene il mondo del Mediterraneo e sembra conoscere poco la situazione della Palestina. Si pensa e presuppone perciò che Luca abbia scritto la sua opera fuori della Palestina, nella regione orientale del Mediterraneo.

I Vangelo di Giovanni

Il Vangelo secondo Giovanni è uno dei quattro vangeli canonici, il quarto in base all'elencazione tradizionale.
Nella versione pervenutaci è scritto in greco. Secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi il testo ha avuto molteplici redazioni, l'ultima delle quali databile attorno al 100. La tradizione cristiana lo attribuisce a Giovanni, il "discepolo che Gesù amava". L'esegesi moderna preferisce tuttavia parlare di una redazione da parte di una "scuola giovannea" che faceva riferimento all'insegnamento dell'apostolo, operante a Efeso.
È composto da 21 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù. Diversamente dagli altri tre vangeli, detti sinottici, il vangelo di Giovanni presenta numerose lacune e aggiunte proprie, con notevoli digressioni teologiche. In particolare Gesù viene identificato con il Logos divino, preesistente dalla formazione del mondo.


domenica 1 febbraio 2015

IL canone cristiano

Il canone dell'Antico Testamento



La prima parte della Bibbia, l'Antico Testamento, è comune a ebrei e cristiani, seppure con alcune varianti.
Gli ebrei riconoscono solamente i libri scritti in ebraico, che sono 39: essi si attengono al canone palestinese, che fu fissato verso la fine del I secolo d.C. Questo canone è stato assunto anche da una parte di cristiani, i protestanti.
La Chiesa cattolica e quella ortodossa, oltre i 39 libri del canone palestinese, considerano ispirati altri sette libri, scritti in greco, detti “deuterocanonici” (entrati cioè solo in un secondo tempo nel canone). Questo perché esse, invece del canone ebraico o palestinese, seguono quello greco alessandrino, il canone cioè che era seguito nella comunità ebraica di Alessandria d'Egitto. Il canone alessandrino è anche noto come “ Bibbia dei Settanta” perché la leggenda vuole che settanta saggi in settanta giorni, separati tra di loro, abbiano tradotto la Bibbia in greco, dandone tutti l'identica versione, grazie all'ispirazione divina.

Nel canone cristiano i primi cinque libri sono chiamati Pentateuco e corrispondono alla Thora ebraica.

Pentateuco - Il nome Pentateuco designa l'insieme dei primi cinque libri della Bibbia: Genesi, esodo,Levitico, Numeri, Deuteronomio.
Il termine proviene dal greco: è composto da pente, "cinque", e teuchos, "astuccio"; quest'ultima parola indicava il contenitore cilindrico che custodiva il rotolo in cui consisteva il libro biblico, e passò poi a indicare il contenuto dell’astuccio, cioè il rotolo stesso. Pentateuco significa quindi "libro dei cinque rotoli".


Antico Testamento 46 libri

1
Genesi
Gn


2
Esodo
Es


3
Levitico
Lv


4
Numeri
Nm


5
Deuteronomio
Dt


6
Giosuè
Gs


7
Giudici
Gdc


8
Rut
Rt


10
Samuele 2
2 Sam


11
Re 1
1 Re


12
Re 2
2 Re


13
Cronache 1
1 Cr


14
Cronache 2
2 Cr


15
Esdra
Esd


16
Neemia
Ne


17
Tobia
Tb


18
Giuditta
Gdt


19
Ester
Est


20
Maccabei 1
1 Mac


21
Maccabei 2
2 Mac


22
Giobbe
Gb


23
Salmi
Sal


24
Proverbi
Prv


25
Qoelet
Qo


26
Cantico dei cantici
Ct


27
Sapienza
Sap


28
Siracide
Sir


29
Isaia
Is


30
Geremia
Ger


31
Lamentazioni
Lam


32
Baruc
Bar


33
Ezechiele
Ez


34
Daniele
Dn


35
Osea
Os


36
Gioele
Gl


37
Amos
Am


38
Abdia
Abd


39
Giona
Gio


40
Michea
Mic


41
Naum
Na


42
Abacuc
Ab


43
Sofonia
Sof


44
Aggeo
Ag


45
Zaccaria
Zc


46
Malachia
Ml



Protestanti - Con il termine protestanti si indica quella parte di cristiane nate a partire dal XVI secolo dalla separazione dalla Chiesa cattolica, a seguito del movimento politico e religioso noto come "Riforma protestante", derivato dalla predicazione di alcuni personaggi (detti riformatori), fra i quali i più importanti sono Martin Lutero e Giovanni Calvino.




Chiesa cattolica – Dal latino catholicus, a sua volta dal greco, katholikòs, cioè "universale", è la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma, in quanto successore dell'apostolo Pietro sulla cattedra di Roma. I suoi fedeli vengono chiamati cattolici.


Chiesa ortodossa – Questa Chiesa si autodefinisce "ortodossa" e cioè letteralmente "di corretta opinione", è una comunione di Chiese cristiane nazionali, quasi tutte autocefale, cioè autonome dai relativi patriarchi, storici o moderni. Queste Chiesa dal 1054 si è separata dalla Chiesa cattolica.


.Il canone del Nuovo Testamento


Diversi erano i testi che circolavano nella Chiesa dei primi secoli, venendo attribuiti a questo o a quell'Apostolo. A un certo punto, nel VI secolo, si avvertì la necessità di definire l'elenco dei testi che erano universalmente conosciuti come ispirati.
Vennero così accettati nel canone del Nuovo Testamento 27 Libri:
  • 4 Vangeli;
  • gli Atti degli apostoli;
  • 21 Lettere;
  • l'Apocalisse;
I testi rimasti fuori dal canone vennero detti “ apocrifi”. Il canone del Nuovo Testamento è uguale per tutte le Chiese cristiane.

Nuovo Testamento 27 libri

1
Matteo
Mt


2
Marco
Mc


3
Luca
Lc


4
Giovanni
Gv


5
Atti Apostoli
At


6
Romani
Rm


7
Corinzi 1
1 Cor


8
Corinzi 2
2 Cor


9
Galati
Gal


10
Efesini
Ef


11
Filippesi
Fil


12
Colossesi
Col


13
Tessalonicesi 1
1 Ts


14
Tessalonicesi 2
2 Ts


15
Timoteo 1
1 Tm


16
Timoteo 2
2 Tm


17
Tito
Tt


18
Filemone
Fm


19
Ebrei
Eb


20
Giacomo
Gc


21
Pietro 1
1 Pt


22
Pietro 2
2 Pt


23
Giovanni 1
1 Gv


24
Giovanni 2
2 Gv


25
Giovanni 3
3 Gv


26
Giuda
Gd


27
Apocalisse
Ap