giovedì 11 settembre 2014

La religione greca

Le divinità olimpiche
La religione greca nacque da una sintesi tra le credenze di popolazioni preesistenti nell' Eellade e quelle portate dai micenei (1600 a.C.) La religione greca si diffuse oltre la Grecia propriamente detta, infatti comprese le isole, nell'Asia minore occidentale e Cipro; dall'VIII secolo a.C. si diffuse anche nella Magna Grecia, in Sicilia e sulle coste del mar Nero; successivamente, dal IV secolo a.C., nelle città della Siria e dell'Egitto.
Soprattutto nel periodo della polis (VI-III secolo a.C.) la religione ebbe una forte impronta sociale. Con il termine polis si indica una città -stato dell'antica Grecia. Le polis erano delle comunità autonome ed avevano governi e templi propri indipendenti. I templi fungevano anche da archivio e da custodia del tesoro della polis. Le assemblee popolari e i processi si svolgevano in luoghi purificati con sacrifici. Tra le funzioni principali dei magistrati rientrava la celebrazione di importanti culti e anche la guerra era inserita in una cornice rituale, dai sacrifici che precedevano la partenza dell'esercito ai festeggiamenti per la vittoria e all'offerta del bottino alla divinità. All'ambito culturale appartenevano anche i giochi sportivi (olimpiadi) e gli agoni drammatici inseriti nel quadro delle feste religiose, che coinvolgevano tutte le polis greche. Alla celebrazione del sacro partecipava l'intera comunità; la molteplicità dei culti e delle occasioni festive faceva sì che tutti i membri del gruppo, uomini e donne, vecchi e giovani, liberi e schiavi, potessero recitarvi un ruolo. Per l'assenza di un vero e proprio ceto sacerdotale toccava ai poeti l'elaborazione e la trasmissione dei racconti teogonici e cosmogonici. La religione greca fu dunque caratterizzata da un politeismo creato dalla tradizione poetica, da Omero ed Esiodo in particolare.













Anche la religione greca era un politeismo antropomorfico, e degli uomini avevano tutte le debolezze , quindi agivano come persone, avevano una conformazione individuale; conducevano un'esistenza simile a quella dell'uomo, amavano, odiavano, potevano generare con l'uomo, ma erano a questo superiori per potenza e sapere, perché immortali e beati. Essi erano immortali ma a loro volta erano stati creati. Il pantheon greco aveva un riconoscimento panellenico, riguardava cioè tutto l'ambito delle polis greche e della Magna Grecia . Queste divinità olimpiche (chiamate così perchè si pensava dimorassero sul monte Olimpo), avevano come capo e sovrano degli dei Zeus, la divinità celeste: egli era il dio atmosferico che scaglia i fulmini. Hera, la sposa di Zeus, era la garante dell'ordine matrimoniale, protettrice della maternità e della famiglia. Poseidone, fratello di Zeus, era il dio del mare, dei pescatori e dei naviganti, ma anche dei terremoti e delle tempeste: simbolo della sua potenza era il tridente. Atena, dea protettrice della città di Atene, nata dalla testa di Zeus, era la patrona del lavoro femminile, in particolare della tessitura. Apollo, figlio di Zeus e di Latona, era il dio della luce, dell'armonia, inventore della lira, protettore delle arti e delle Muse ma soprattutto dio della profezia (oracolo di Delfi). Artemide, sorella gemella di Apollo, era la signora delle fiere, vergine cacciatrice, attorniata dalle proprie ninfe. Afrodite era la dea della bellezza e dell'amore, rielaborazione greca della divinità orientale Istar Astarte; sua patria era l'isola di Cipro. Hermes era il messaggero degli dei, protettore dei viandanti, dei pastori e dei mercanti, ma anche dei ladri; era inoltre l'accompagnatore delle anime nell'aldilà. Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, era il fabbro degli dei; di corpo deforme, era però sposato con Charis, la Grazia, o anche con Afrodite. Ares, figlio di Zeus e di Hera, era il dio della guerra. Demetra era la dea della fertilità, dell'agricoltura e dei cereali, e la madre di Persefone la regina dei morti.




Queste divinità erano considerate ne onnipotenti ne onniscienti; intervenivano nelle vicende umane seguendo le proprie simpatie.
Tuttavia, come gli uomini, anche gli dei erano soggetti a Moira (il destino), che con le sue leggi oscure li guidava senza che essi potessero intravederne i disegni.

Il luoghi sacri

Il culto si celebrava nei templi. Il tempio per i greci era la casa del Dio (oikos), localizzata nella cella (naos). Questa ospitava la statua della divinità, e il sacerdote era l'unico ad averne accesso, mentre il culto si svolgeva su un un altare antistante al tempio ed all'interno del recinto sacro (temenos) in cui si situavano il tempio ed altri edifici ad esso connessi. Il luogo sacro (santuario) poteva ad esempio ospitare una serie di costruzioni di uso pratico, come i "tesori" (thesàuroi), che ospitavano i doni votivi – preziosi o anche di terracotta – offerti dalle città o da semplici cittadini, sale per banchetti (hestiatòria) e portici (stoai). L'ingresso all'area sacra poteva essere protetto da propilei.
Il tempio greco è sempre orientato est-ovest, con l'ingresso aperto verso est.
Sulla superficie superiore (stilobate) di una piattaforma, sopraelevata rispetto al terreno circostante, per mezzo di pochi gradini (crepidoma), si elevava la struttura del tempio, caratterizzata dalle colonne.

Alcune località erano particolarmente importanti perché li venivano venerata una divinità in particolare. Per esempio le località di Delfi e Delo erano entrambi sacri al dio Apollo.






Il culto
Agli dei ci si rivolgeva con la preghiera, il canto, la danza, il sacrificio.
I sacrifici agli dei e si distinguevano in sacrifici di venerazione (per manifestare rispetto e ringraziamento); sacrifici di propiziazione (per placare e rendere benevola e favorevole la divinità, per chiudere aiuto e prosperità); sacrifici di riparazione (per rimediare a colpe e offese fatte alle divinità).
I sacrifici potevano essere cruenti (cioè con spargimento di sangue perché si uccidevano animali) oppure incruenti (quando si offrivano prodotti della terra e incenso). L'animale, prima di essere ucciso ai piedi dell'altare, veniva agghindato; veniva poi bruciato sull'altare in modo che la fiamma sacra bruciasse i resti dell'animale e il fumo salisse verso le divinità. La carne veniva consumata dai sacerdoti e dai fedeli durante il banchetto sacro, banchetto in cui la divinità era considerata misteriosamente presente.

I misteri

Un'aspetto particolare della religione greca erano i misteri eleusini e diosiaci ossia feste segrete frequentate da coloro che non erano soddisfatti dai culti della religione ufficiale.
Dal punto di vista della localizzazione geografica, è bene specificare che Eleusi (oggi Elefsina) sorgeva a 20 Km ad ovest di Atene, di fronte all'isola di Salamina, teatro della decisiva omonima battaglia, che vide trionfare i greci, guidati da Temistocle, sulle prevalenti forze messe in campo dai persiani, guidati dal re Serse.
Questi i riti erano presieduti dalle divinità Demetra e Persefone (divinità della fecondità) che rappresentavano la ciclicità cosmica tipica del pensiero degli antichi greci : tutto ritorna prima o poi al punto di partenza. In tempi più recenti i riti sarebbero stati presieduti anche da Dionisio.
Su tali riti non si hanno informazioni precise,poiché gli iniziati avevano il divieto assoluto di parlarne. Questi riti erano sicuramente simbolici, accompagnati da canti e musica,danze e rappresentazioni mimiche.

 Misteri-Si definisce mistero (dal latino «mysterium», dal greco «mysterion»: cosa da tacere) un evento arcano (nascosto), di cui non si deve parlare pubblicamente, perché riservata agli iniziati.
Iniziati-così sono chiamati coloro i quali sono ammessi a culti segreti.






Le persone sacre

Il rapporto con la divinità era gestito dal sacerdoti (hierèus) e sacerdotesse, che erano dei funzionari del locale del tempio, e dall'indovino (màntis), capace di interpretare i segni con i quali la divinità manifesta la propria volontà. Questi segni potevano essere forniti dal volo degli uccelli o, più spesso, dall'osservazione del fegato della vittima durante il sacrificio. Questa forma di divinazione (pratica o presunta capacità di ottenere informazioni, ritenute inaccessibili, da fonti soprannaturali).
Veniva eseguita dai sacerdoti o sacerdotesse entrando in trance.

Trance-Stato di semicoscienza durante il quale il sacerdote entrava in contatto con le divinità.



Le principali festività


In onore di alcuni divinità venivano celebrate feste annuali ricorrenti. In queste occasioni avevano luogo processioni solenni e si organizzavano giochi e gare. Alcune di queste feste avevano solo un interesse locale, ma altre richiamavano partecipanti da ogni parte del mondo greco.
Un'esempio di queste festività sono le olimpiadi. I Giochi olimpici antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte nella città della Grecia antica, Olimpia, storicamente dal 776 a.C. Al 393 d.C. Un'antico documento scritto che se rifà alla nascita delle Olimpiadi parla di una festa con una sola gara: lo stadio (gara di corsa). Da quel momento in poi tutti i Giochi divennero sempre più importanti in tutta la Grecia antica. Successivamente altri sport si aggiunsero alla corsa e il numero di gare crebbe fino a venti, e duravano sette giorni. Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgevano in onore di Zeus, re degli dei.
I vincitori delle gare venivano fatti oggetto di ammirazione e immortalati in poemi e statue, e fregiati di una corona di alloro. Per tutta la durata dei giochi venivano sospese le ostilità in tutta la Grecia.
I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come Olimpiade, termine che in epoca ellenistica fu utilizzato per datare gli eventi storici più importanti.
La partecipazione era riservata ai cittadini greci maschi liberi. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti permetteva solo ai membri delle classi più facoltose di prendere in considerazione la partecipazione.
I giochi Olimpici erano anche un modo per poter creare una tregua tra le guerre
A questi giochi potevano partecipare solamente uomini che parlavano il greco. Si consideravano giochi "internazionali" poiché i partecipanti provenivano dalle varie città stato della Grecia, ed anche dalle colonie. I Giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare del potere romano in Grecia: all'inizio furono benvoluti e aperti anche a Romani, Fenici, Galli e altri popoli sottomessi.


I testi sacri
Il mondo Greco non ha tramandato testi sacri ,tuttavia la letteratura greca è fortemente impregnata dal pensiero religioso. Punto di riferimento sono le opere attribuite ai poeti Omero ed Esiodo.
Omero è il nome con cui è tradizionalmente identificato il poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea i due massimi poemi della letteratura greca antica.

Esiodo (VIII secolo a.C.- VII secolo a.C.) è stato un poeta greco antico, le cui opere sono: Le opere e i giorniTeogonia; Il catalogo delle donne o Eoie o Eee.




L'idea della morte e dell'aldilà

I Greci credevano esistesse un regno sotterraneo dei morti, in cui le “ombre dei defunti vegetavano e rimpiangevano di non vivere più sulla terra. Solo Gli eletti giungevano nell'Eliseo,o isola dei Beati.
Successivamente si diffuse la concezione di un'anima immortale, che continuava a vivere in modo autonomo dal corpo.




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