Nella
terra di Canaan
Dopo
varie vicissitudini il popolo d'Israele giunse a Kades. In quel luogo
il popolo si lamentò presso Mosè e Aronne per la mancanza d'acqua.
I due profeti si recarono presso la Dimora e chiesero consiglio al
Signore, ricevendo da lui l'ordine, di colpire con il proprio bastone
una roccia, come avevano già fatto presso Refidim. Mosè e Aronne
fecero come era stato loro ordinato ma dalla pietra non uscì
inizialmente acqua. Intimoriti da questo insuccesso ripeterono
l'azione e riuscirono nell'intento. Avendo dubitato di Dio furono
entrambi puniti: non avrebbero mai posto piede nella terra promessa.
Essendo
giunto il momento di entrare nella Terra Promessa, Mosè nominò
Giosuè quale suo successore e prima di lasciare per sempre il suo
popolo. Dopo aver benedetto le tribù d'Israele Mosè salì, dalle
steppe di Moab, sul monte Nebo e da lassù poté guardare la Terra
Promessa, senza potervi entrare a causa della sua mancanza di fede
alle acque di Meriba.
Giosuè,
figlio di Nun, della Tibù di Efraim, succedette a Mosè come capo
degli Israeliti. Guidò le dodici tribù ebraiche nelle prime
conquiste in terra di Palestina (o terra di Canaan o terra Santa)
dopo l'uscita dall'Egitto.
Giosuè
nato in Egitto al tempo della schiavitù degli Ebrei, partecipa
all'uscita dall'Egitto degli Ebrei; si distingue come comandante
militare quando le tribù ebraiche sono attaccate dagli Amaleciti a
Refidim.
Assiste
Mosè e lo accompagna un tratto nella salita al Monte Sinai dove Mosè
riceve le tavole dei dieci comandamenti.
Le
gesta di questo condottiero sono narrate nella Bibbia nel libro di
Giosuè.
Il
primo ostacolo all'ingresso della tera promessa è il fiume Giordano.
Giosuè fa avanzare l'Arca dell'alleanza portata dai sacerdoti
davanti al popolo. Il fiume arresta miracolosamente il suo scorrere e
permette l'attraversamento dei conquistatori israeliti, in un modo
simile all'episodio del mar Rosso. Giosuè erige un monumento di
dodici pietre sulla riva ovest a Galgala.
Dopo
essere entrati nella terra promessa il popolo d'Israele si davanti la
città di Gerico con le sue mura e accade che, sotto il comando di
Giosuè, questo baluardo cade miracolosamente dopo che i sacerdoti
hanno girato sette volte per sette giorni attorno alla città
suonando lo Shofar
.
Le mura della città cadono miracolosamente e la città viene
conquistata e rasa al suolo.
Lo
shofar
è
un piccolo corno dimontone utilizzato come trumento musicale. Viene
ancora utilizzato oggi durante alcune funzioni ebraiche.
In
seguito Giosuè conquista Ai e Gabaon.
Le
conquiste continuano per molti anni.
Dopo
la conquista della quasi totalità del paese di Canaan, Giosuè
amministra l'insediamento delle dodici tribù e la divisione del
territorio.
Dopo
la morte di Giosuè inizia per il popolo ebraico il periodo dei
Giudici.
L'epoca
dei giudici
Nella
Bibbia il “Libro
dei Giudici”
i
Giudici
presentati
come governanti e capi militari, civili e spirituali ispirati da Dio
in determinate occasioni per liberare una o più tribù Israelitiche
dalla minaccia delle popolazioni vicine oppure per guidare gli
Israeliti in guerra. Tuttavia i giudici in questione non erano sempre
dei leader religiosamente devoti o degli statisti eccezionali, ma più
che altro eroi locali. La loro governanza sull'antico stato d'Israele
è durata all'incirca dal 1150 a.C. fino al 1025 a.C., cioè fino
all'elezione del primo Re d'Israele, Saul.
Accanto
a queste figure di stampo militare, il libro racconta anche dei
giudici responsabili dell’ordinaria amministrazione e della vita
legislativa all’interno delle varie tribù, i cosiddetti giudici
minori.
Quindi
, dopo la conquista di Canaan da parte di Giosuè, le tribù
d'Israele avevano formato una debole confederazione che erano guidata
da questi giudici.
Il
regno
Con
Regno
di Israele
i può intendere: il regno formatosi, secondo quanto dice l'Antico
Testamento attorno al 1030 a.C. Che ebbe come sovrani Saul, Davide e
Salomone.
Saul
è,
primo re del Regno di Israele (1079-1007 a.C.). Era figlio di Chis e
apparteneva alla tribù di Beniamino.
Secondo
la narrazione del Libro di Samuele, Saul si era recato da Samuele a
Ramah per consultarlo, e il sacerdote lo unse
segretamente
come Re, per ispirazione di “ YHWH”.
L'unzione
nella
tradizione biblica consisteva nel versare sulla testa di un eletto
dell'olio consacrato. Essa era riservata ai re ed ai sacerdoti e tra
questi, in particolare, al sommo sacerdote.
Poco
dopo, Samuele radunò l'assemblea del popolo di Israele a Mizpa, dove
Saul fu estratto a sorte come Re. In séguito Saul condusse una
campagna militare vittoriosa contro gli Ammoniti, confermandosi così
nel favore popolare e nella carica. Nella successiva guerra contro i
Filistei, Saul, con la propria condotta aggressiva, disgustò
l'anziano Samuele, che si allontanò da lui. La guerra fu vinta per
l'audace imboscata di Gionata, figlio prediletto del Re, contro il
campo filisteo.
Nella
successiva guerra contro gli amaliciti, Saul si rifiutò di obbedire
al comando di Samuele di distruggere completamente la popolazione.
Secondo la narrazione del libro di Samuele, questa disobbedienza
spinse Samuele stesso a rimuovere l'unzione di re da Saul, a smettere
di esserne consigliere e a ungere segretamente, come nuovo i re,
Davede. Tuttavia Saul continuò a regnare e la successione non
avvenne che diversi anni dopo.
Davide
giunse a corte come arpista per alleviare le sofferenze del re, che,
dopo la perdita dell'unzione regale, si sentiva perseguitato da uno
spirito malvagio.
Nella
successiva guerra contro i Filistei, lo spirito di Samuele predisse a
Saul la sconfitta degli israeliti, ma egli mosse ugualmente Gelboe,
dove venne duramente sconfitto e perse la vita assieme a tre dei suoi
figli, incluso Gionata. La narrazione biblica ne descrive il suicidio
nelle ultime fasi dello scontro.
Davide era
uno dei figli di Iesse, ed è prorio tra questi figli che Dio mandò
il profeta Samuele a Betlemme a cercare un nuovo re di Israele.
Quest’ultimo fece passare sette dei suoi figli davanti a Samuele ma
nessuno di loro era il prescelto. Allora Samuele gli chiese se ne
aveva altri e Iesse rispose che il più giovane, Davide, fulvo di
capelli e di bell'aspetto, era al pascolo con le pecore.
Quando
gli fu portato davanti, Dio disse a Samuele: «Alzati, ungilo, perché
è lui».
Come
già detto precedentemente Saul, dopo essere stato ripudiato da Dio,
era oppresso da uno spirito cattivo. Uno dei suoi servi gli suggerì
di far venire un citarista, Davide, che con il suono della sua arpa
avrebbe lenito le sue sofferenze. Saul si affezionò a Davide,
facendolo diventare suo scudiero.
L'episodio
biblico più famoso riguardante Davide è quello dello scontro con
Golia, il gigante filisteo che terrorizzava gli ebrei, sfidandoli a
duello.
Golia
era uno spaventoso gigante e guerriero filisteo armato con una
corazza. Per quaranta giorni, Golia sfidò l’esercito di Israele,
nell'attesa che quest’ultimo scegliesse chi tra loro doveva
affrontarlo: il vincitore avrebbe permesso al suo popolo di
sottomettere quello del perdente.
A
Davide fu chiesto dal padre di recarsi dai fratelli che si trovavano
nell'accampamento, per portare del cibo e informarsi delle loro
condizioni. Mentre si trovava nell'accampamento, Davide ascoltò
l'ennesima sfida di Golia e si offrì, davanti a Saul, di
affrontarlo. Saul lo vestì con la sua stessa armatura ma Davide,
fatti pochi passi, se la tolse non riuscendo a muoversi, e si diresse
verso il campo di battaglia con la sua frombola e con cinque pietre
lisce che aveva raccolto da un torrente. Golia, vedendo che si
trattava di un ragazzo, lo derise. Ma Davide, presa una delle pietre
che aveva con sé, la scagliò con la frombola, colpendo il gigante
in piena fronte e facendolo crollare a terra morto. Davide si
precipitò verso di lui e lo decapitò, utilizzando la spada dello
stesso Golia. I filistei si diedero alla fuga ma vennero inseguiti e
decimati dagli israeliti.
La
vittoria rese Davide famoso presso gli ebrei e gli valse l'amicizia
di Gionata, figlio del re Saul. Successivamente Davide avrebbe
sposato la figlia del re, Mikal.
Saul,
sempre più irritato per la crescente fama di Davide, decise di
dargli in sposa la figlia Mikal a patto che uccidesse cento Filistei:
così facendo pensava che egli sarebbe andato incontro a morte
sicura. Ma Davide superò la prova e prese in sposa Mikal.
Dopo un’altra grande vittoria di Davide contro i filistei, Saul decise
di ucciderlo. Così Davide fu costretto alla fuga.
Nel
frattempo Davide ebbe altre due mogli:Abigail e Ainoam.
Qualche
tempo dopo, Mikal lo criticò perché lui aveva ballato parzialmente
nudo durante una processione religiosa, mentre portava l'Arca
dell'alleanza a Gerusalemme appena conquistata.
Davide
si rifugiò poi nel deserto di En-Ghedi. Saul, ancora una volta, andò
alla sua ricerca e si addentrò in una caverna dove Davide era
nascosto. Quest’ultimo, senza farsi scorgere, tagliò un lembo del
mantello di Saul. Quando il re uscì fuori, Davide lo chiamò e gli
fece vedere il lembo del mantello, facendogli capire che, se avesse
voluto, lo avrebbe potuto uccidere. Saul gli fu riconoscente e gli
chiese di non sterminare la sua stirpe una volta che fosse diventato
re di Israele.
Intanto
la fine di Saul era vicina. Nella battaglia di Gelboe, gli israeliti
furono decimati: a soccombere furono anche Gionata, Abinadab e
Malkishuah, figli di Saul. Quest’ultimo, piuttosto che perdere la
vita per mano dei filistei, preferì morire gettandosi sulla sua
stessa spada e rimanendone trafitto.
Con
la fine della dinastia di Saul, tutti gli anziani di Israele si
recarono a Ebron e Davide, all'età di 37 anni, fu unto re d'Israele
e di Giudea.
Successivamente
Davide sconfisse i Gebusei, e conquistò Gerusalemme, e la nominò
capitale del suo regno.
Davide
portò l'Arca dell'Alleanza a Gerusalemme con l'intento di costruire
un tempio. Ma Dio, per bocca del profeta Natan, gli proibì di farlo,
dicendo che il tempio sarebbe stato costruito da generazioni future.
Fece però un patto con Davide, promettendogli che egli avrebbe
stabilito la casa di Davide in eterno: "… e
il tuo trono sarà reso stabile per sempre."
Per
tutto il suo regno, l'Arca rimase nella tenda innalzata da Davide: da
lì sarebbe stata spostata solo dopo la costruzione del tempio di
Salomone.
Una
sera, mentre passeggiava sulla terrazza reggia, Davide vide una donna
bellissima che faceva il bagno: si trattava di Betsabea moglie del suo ufficiale Uria l'Ittitta. La invitò a venire da
lui e i due commisero adulterio a seguito del quale venne concepito un
bambino.
Intanto
l'esercito di Davide, guidato da Joab e tra le cui file figurava
anche Uria l'Ittita, era impegnato nell'assedio della città ammonita
di Rabbah. Davide richiamò Uria l'Ittita a Gerusalemme, chiedendogli
informazioni sull'andamento della guerra e poi gli ordinò di andare
a casa: l'intento era quello di far sì che Uria trascorresse la
notte con la moglie così da poter mascherare la paternità del
bambino che sarebbe nato. Ma Uria disubbidì e dormì fuori la porta
del re perché non riteneva giusto godere degli agi di casa mentre
gli altri soldati erano impegnati al fronte. Davide allora lo fece
mangiare e ubriacare, sempre con la stessa speranza: ma neanche la
notte successiva Uria andò a casa sua. L'indomani, Davide scrisse
una lettera nella quale chiedeva a Joab che Uria venisse messo in
prima linea e lasciato da solo perché andasse incontro a morte
sicura: diede quindi la lettera allo stesso Uria perché la
recapitasse a Joab.
Uria
cadde sotto i colpi degli ammoniti e Betsabea divenne moglie di
Davide.
Il
profeta Natan lo rimproverò, dicendogli che Dio l'avrebbe punito con
la sua stessa colpa, prendendogli tutte le mogli per darle ad altri
in pieno giorno. Davide si pentì e allora Natan gli disse che questo
non sarebbe più successo ma che il bambino che era stato concepito
sarebbe morto.
Il
bambino nacque ma si ammalò subito. Per sette giorni Davide digiunò,
sperando, invano, nella sua salvezza: il settimo giorno il bambino
morì. Allora Davide si cambiò e mangiò: a chi gli chiedeva come
mai lo faceva proprio ora che il bambino era morto egli disse che non
aveva più senso digiunare tanto il piccolo non sarebbe più
ritornato. Andò poi a consolare Betsabea e quindi passò la notte
con lei: sarebbe così stato concepito Salomone, futuro re d'Israele.
Assalonne
era il terzo figlio di Davide.
Qualche
tempo dopo, Assalonne chiese al padre il permesso di andare ad Ebron,
ma una volta arrivato lì si proclamò re. Davide allora decise di
fuggire da Gerusalemme con il suo popolo rifugiandosi oltre il fiume
Giordano.
Assalonne
entrò in Gerusalemme e organizzo un forte esercito per combattere il
padre Davide.
Nella
foresta di Efraim si scatenò una feroce battaglia nella quale
l'esercito di Assalonne venne sterminato. Quest'ultimo, cavalcando un
mulo, rimase sospeso in aria, con la testa impigliata tra i rami di
una quercia: Joab, uno dei tre capi nominati da Davide per la
battaglia, conficcò tre freccie nel petto di Assalonne, che venne
poi finito da dieci scudieri.
Quando
Davide venne a sapere della morte di Assalonne provò grande dolore:
«Figlio
mio! Assalonne figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io
invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!».
Davide
venne riconfermato re e tornò a Gerusalemme.
Davide
morì e fu sepolto nella città di Davide, dopo aver regnato per
quarant'anni su Israele, succeduto da Salomone.
Salomone
è
stato il terzo re d'Israele e durante la sua reggenza venne costrui
il Tempio.
Il
punto di snodo del regno di Salomone fu la richiesta a Dio di dargli
il discernimento, necessario secondo lui per governare un popolo.
Dopo questo fatto la sua potenza e ricchezza divennero leggendarie.
Come
ogni altro re di quel periodo, Salomone prese a circondarsi di mogli,
sia per motivi politici (poteva così stringere alleanze con i popoli
vicini), sia per dimostrare il proprio potere. Ma per questa via
attuò anche una decadenza spirituale all'interno di Israele, dato
che ogni nuova moglie adorava diverse divinità, e anche Salomone
prese ad adorarli.
Il
fatto portò alla decisione divina di dividere il regno in due parti,
ma solo dopo la morte di Salomone
Un'altro
episodio celebre fu quello di due donne che si presentarono da
Salomone: ciascuna aveva partorito un figlio a pochi giorni di
distanza l'uno dall'altro ed entrambe dormivano nella stessa casa.
Una notte accadde che uno dei due bambini morì e sua madre, secondo
l'accusa, aveva scambiato il figlio morto con quello vivo dell'altra
donna mentre questa dormiva. Salomone, dopo aver ascoltato le due
donne sostenere più volte le loro tesi, fece portare una spada e
ordinò che il bambino vivente fosse tagliato a metà per darne una
parte a ciascuna di esse.
Allora
la vera madre lo supplicò di consegnare il bimbo all'altra donna,
pur di salvarlo. Salomone capì così che quella era la vera madre e
le restituì il bambino. Fu così reso noto a tutti che Salomone era
veramente un re buono, santo e di fede.