La riforma
religiosa
Nel 538 a.C., Ciro il
Grande di Persia conquistò Babilonia ed il suo impero. Ciro emise
quindi un proclama che garantiva la libertà religiosa alle nazioni
soggiogate (tra cui i Giudei). Secondo la Bibbia ebraica 50'000
Giudei, guidati da Zerubabele, tornarono a Giuda e ricostruirono il
Tempio. Un secondo gruppo di 5'000, guidati da Esdra e Neemia, tornò
a Giuda nel 456 a.C..
Esdra e Neemia sono i due
principali personaggi della ricostruzione della comunità giudaica
dopo l’esilio babilonese.
Esdra era un sacerdote e,
al contempo, scriba, cioé era una persona esperta nella legge
mosaica ere. Tuttavia il titolo di scriba, a lui attribuito, equivale
anche a quello di segretario, consigliere, carica che, con molta
probabilità, Esdra ebbe presso il re di Persia Artaserse I. Questo
sovrano, nel 458 a.C., diede il permesso ad Esdra di ritornare nel
paese di Giuda e di recarsi a Gerusalemme con un gruppo di esuli, per
restaurare nella sua integrità l’osservanza della legge e, di
conseguenza, l’alleanza con Dio.
Neemia era il coppiere o
governatore del re Artaserse I, possedeva forte personalità, grande
coraggio, dedizione verso la preghiera. A Neemia si deve la direzione
e la restaurazione edilizia e sociale della nazione.
I libri di Esdra e
Neemia, assieme ai due libri delle Cronache, raccontano l’opera di
Esdra e Neemia per la restaurazione materiale, morale e religiosa di
Gerusalemme e della nuova comunità d’Israele ritornata
dall’esilio. Sotto la loro guida si assiste anche alla
ricostruzione del Tempio.
Dai
macedoni ai romani
Nel 333 a.C. l'Imperatore
macedone, Alessandro Magno, sconfisse i Persiani e conquistò la
Persia.. Dopo la morte di Alessandro, i suoi generali continuarono a
combattere sul il territorio che aveva conquistato. Nel II secolo
a.C., Antioco IV tentò di sradicare l'Ebraismo a favore della
religione Ellenistica. Questo provocò nel 174–135 a.C. La rivolta
Maccabea guidata da Giuda Maccabeo. I Libri dei Maccabei descrivono
la rivolta e la fine della dominazione greca.
Subito dopo, la sali
al trono d'Israele la dinastia degli Asmonei.
Nel 63 a. C. le legioni
romane, sotto la guida di Pompeo, entrarono in Gerusalemme: per il
perdurare delle guerre civili e per motivi politici Roma preferì
però non governare direttamente.
Nel 48 a.C. Pompeo è
ucciso in Egitto.
Nella lotta per il potere
Cesare rimase il vincitore.
Rinnovò i diritti già
attribuiti alla comunità cultuale di Gerusalemme, accanto
all’ufficio del sommo sacerdote pone il procuratore della regione,
che tutela gli interessi dell’impero romano.
La libertà di culto è
assicurata anche a tutte le comunità
giudaiche dell’impero.
Il giudaismo viene a
trovarsi sotto la protezione di Roma nel 47 a. C. per decisone di
Giulio Cesare fu nominato il primo procuratore: Antipatro.
Questi era un Idumeneo
(un popolo della regione) il quale però si era convertito
all'ebraismo: tuttavia è chiaro che si trattava di una conversione
di opportunità politica e comunque era considerato uno straniero che
governava in nome di stranieri: pertanto egli e tutta la sua dinastia
ebbero sempre la opposizione implacabile dalla parte più
intransigente dei Giudei che avrebbero desiderato un membro della
famiglia nazionale degli Asmonei che invece naturalmente non erano
graditi a Roma.
Ai
suoi figli affidò l’amministrazione della Giudea (Fasael) e della
Galilea (Erode).
L'attesa
del Messia
La
parola Messia è un termine di derivazione ebraica (mashiach) che
significa "unto" e corrisponde al greco "Cristos".
Nell'Antico
Testamento l'unzione veniva conferita a persone che dovevano
rivestire ruoli particolari come il re, il profeta, il sacerdote. Con
l'esilio babilonese (587-538 a.C.) venne ad instaurarsi la speranza
in Israele di un Messia Re che Dio avrebbe mandato a risollevare le
sorti di Israele ogniqualvolta vi fosse una situazione di pericolo e
definitivamente negli ultimi tempi, Messia che il cristianesimo
identifica con Cristo, della stirpe di Davide, secondo le antiche
promesse.
Gesù,
di fatto, si qualifica Messia, ma non già secondo le aspettative
della sua contemporaneità, nella quale particolari tendenze
nazionalistiche mettevano in risalto la necessità di un Messia
politico in grado di liberare Israele dal dominio dell'impero Romano,
piuttosto le attese messianiche si compiono in lui attraverso la
Passione e la morte di croce che sono tappe necessarie alla
resurrezione per la salvezza dell'uomo.
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