Stesso
testo,diverse copie
Come accadde per gli
altri testi dell'antichità,anche quello biblico venne ricopiato a
mano.
Non possediamo alcun
originale, bensì molti manoscritti molto vicini al testo originale.
Di molti testi inoltre vi sono diverse copie, trascritte in epoche
diverse e con differenti modalità,che sono state catalogate secondo
la loro importanza e attendibilità. Fin dall'inizio emerse
l'attenzione costante a eliminare gli errori dei copisti, sia quelli
dovuti alla normale disattenzione umana sia quelli introdotti
volontariamente per cambiare il senso del testo. Il testo ebraico
dell'Antico Testamento fu studiato e fissato tra VIII e il X secolo
d.C. A opera di alcuni studiosi ebrei, i
masoreti.
I
masoreti furono
eruditi e scribi ebrei che tra il VII e l'XI secolo d.C. si riunirono
prevalentemente nelle città di Tiberiade e Gerusalemme per studiare
e sistematizzare la Tanakh. Procedettero alla progressiva
eliminazione di tutto ciò che essi giudicarono errori, deformazioni
del testo e aggiunte inserite dai vari copisti, accumulate nel corso
dei secoli, e alla minuziosa revisione dell’intero Antico
Testamento per la comunità giudaica.
Essi
accompagnarono il testo con annotazioni statistiche che avevano lo
scopo di facilitare il controllo delle copie, come ad esempio
l’individuazione della parola centrale di ogni libro ed il numero
di parole e perfino di lettere presenti nello stesso.
Il
più antico testo da loro realizzato è il Codice babilonese e la
loro opera contribuì grandemente a preservare l’Antico Testamento
ebraico nel corso del Medioevo.
I
manoscritti di Qumram
I
Manoscritti del Mar Morto
(o Rotoli del Mar Morto)
sono un insieme di manoscritti rinvenuti nei pressi del Mar Morto. Di
essi fanno parte varie raccolte di testi, tra cui i Manoscritti
di Qumran,
che ne costituiscono una delle parti più importanti. I rotoli del
Mar Morto sono composti da circa 900 documenti, compresi testi della
Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e ile il 1956 in undici grotte
dentro e intorno al Uadi di Qumram, vicino alle rovine dell'antico
insediamento di Kirbet Qumram, sulla riva nord-occidentale del Mar
Morto.
I testi sono
di grande significato religioso e storico, in quanto comprendono
alcune fra le più antiche copie superstiti note dei libri biblici e
dei loro commenti, e conservano la testimonianza della fine del tardo
giudaismo del Secondo Tempio. Essi sono scritti in ebraico,aramaico e
greco, per lo più su pergamena, ma con alcuni scritti su papiro.
Tali manoscritti datano in genere tra il 150 a.C. e il 70 d.C. I
Rotoli sono comunemente associati all'antica setta ebraica detta
degli Esseni.
Il
ritrovamento di questi importanti reperti risale all'aprile del 1947,
quando un giovane pastore beduino di nome Muhammad Ahmad al-Hamid,
appartenente alla tribù Ta‘amire, scoprì casualmente quella che
oggi è chiamata "grotta 1", posta a circa 1 km a nord di
Qumran. Sembra che Muhammad abbia scoperto la grotta inseguendo una
capra che si era staccata dal suo gregge.
Il giorno
dopo ritornò sul posto con un compagno e si arrampicò nella grotta
scoprendo una serie di giare di terracotta, tutte più o meno
cilindriche e munite di coperchio, nelle quali erano stati deposti
dei rotoli avvolti nel lino. Secondo l'intervista fatta ai beduini
nel documentario "L'Enigma dei Rotoli del Mar Morto", il
giovane beduino aveva l'abitudine di tirare pietre nelle cavità che
localizzava nei dintorni in cerca di tesori nascosti. E un giorno
sentì il suono di un vaso che si infrangeva. Non è certo però che
il giovane beduino fosse da solo quando si recò all'esplorazione
della grotta per la prima volta.
I
materiali usati per scrivere la Bibbia
La Bibbia fu scritta su materiali analoghi a quelli
delle altre composizioni antiche: la pietra, l'argilla, il cuoio, il
legno, le tavolette ricoperte di cera e, sopratutto, il papiro e la
pergamena.
Papiro
è la superficie di scrittura ricavata da una pianta acquatica, molto
comune nel delta del Nilo e in alcune parti del Mediterraneo, un'erba
palustre della famiglia delle Cyperaceae,
il Cyperus
papyrus.
Si
ha notizia della lavorazione del papiro già dal 3000 a.C., quando
grazie ad un raro frammento di carta di papiro non scritto, fu
possibile risalire a tale data. Gli egiziani chiamavano i fogli
prodotti dalla pianta del papiro shefedu,
i greci li chiamavano biblos
(dal nome della città fenicia di Biblo, principale porto
d'esportazione del papiro) e i romani charta.
La carta di papiro rappresentò una vera e propria rivoluzione nel
campo della scrittura, poiché risultava facilmente pieghevole,
leggera e di colore chiaro, tutte qualità adatte per gli scritti. L'
Egitto ebbe nell'antichità l'esclusiva della produzione di carta
papiro; lungo le rive del fiume Nilo. La sua produzione si
distribuiva in più fasi: la raccolta della pianta, la sua divisione
del fusto in lamine, la realizzazione del foglio, la rifinitura e
l'assemblaggio del rotolo. I fogli ricavati dal papiro venivano poi
destinati ad usi diversi in base alla loro qualità, stabilita in
base alla loro dimensione. Dell'antica arte della produzione egizia
del papiro, purtroppo, non ci rimangono notizie tramandate.
Sul
papiro si poteva scrivere in righe orizzontali, generalmente su un
solo lato del foglio, usando sia un pennello che uno strumento
appuntito e intinto nell'inchiostro. La pagina veniva quindi
suddivisa in colonne. Sull'altro lato del foglio poteva essere
fissato un bastoncino chiamato “ombelico”, attorno al quale
veniva avvolto il rotolo, conservato poi in uno scaffale o in
appositi contenitori
La pergamena
(detta anche cartapecora
o carta pecudina) è
una pelle di animale non conciata e composta di collagene, utilizzata
come supporto scrittorio fino al XIV secolo, quando venne gradatamente
soppiantata dalla carta di canapa o d'altre fibre tessili. Presenta
una struttura coriacea ed elastica, per cui il degrado non avviene
frequentemente.
La
pergamena può essere prodotta con pelli di pecora,di capra o di
vitello opportunamente depilate e fatte asciugare sotto tensione.
La pergamena
(membrana o vellum in
latino) prende nome dalla città di Pergamo (nell'Asia minore) dove,
secondo la tradizione riferita da Plinio il Vecchio, sarebbe stata
utilizzata attorno al II secolo aC., in sostituzione del papiro.
Nel mondo
antico la pergamena non ebbe comunque grande diffusione, a causa
della concorrenza del papiro, prodotto molto più abbondante e meno
costoso. Soltanto a partire dalla tarda antichità (V secolo) la
diffusione della pergamena sembrò aumentare fino a diventare il
principale supporto scrittorio durante il Medioevo e prima di essere
sostituita definitivamente dalla carta.
La forma dei libri era duplice:
Il rotolo o rotulus
è stato progettato come supporto di scrittura, in cui una striscia
lunga e stretta di papiro o pergamena, scritta da un lato, è stata
anche descritta come una "tapparella o serranda (avvolta) sul
suo bastone di legno".
I "rotoli"
hanno formato il primo tipo di “volume” (volume dal latino
volvere, avvolgere), di cui abbiamo conoscenza. Molti di questi
rotulus sono stati recuperati nella loro forma primitiva provenienti
dagli scavi di Ercolano e altrove.
Il codice è un
libro manoscritto. L'origine del nome deriva dal latino caudex
"tronco d'albero", poi chiamato codex, si riferisce all'uso
antico di scrivere su tavolette di legno ricoperte di cera, unite
insieme da anelli metallici o da una striscia di cuoio.
Nel corso del tempo il
termine codex andò a indicare l'unione di un insieme di queste
tavolette fino a indicare un insieme di fogli rilegati insieme che
andavano a contrapporsi con il volumen, ovvero ai fogli che venivano
avvolti a rotolo.
I più antichi codici
conservati sono egiziani e risalgono al I secolo d.C., e quindi il
loro impiego, diffusosi in quegli anni, si protrasse fino
all'invenzione della stampa.
Il successo dell'uso del
codice si giustificò sia per la grande disponibilità della materia
prima sia per la sua destinazione, che ricevette un grande impulso
dalla Chiesa non solo per l'uso didattico ma anche per la facilità
di lettura e di scrittura e per la rottura con la tradizione pagana,
legata ancora al volumen.
La pergamena venne
sostituita intorno al X secolo dalla carta. Fu l'invenzione della
stampa, alla metà del XV secolo, a promuovere
la diffusione della
Bibbia. Essa fu infatti la prima opera a essere stampata
tipograficamente e ancor oggi è il libro più stampato e tradotto
nel mondo.