lunedì 15 dicembre 2014

La fissazione del Testo

Stesso testo,diverse copie

Come accadde per gli altri testi dell'antichità,anche quello biblico venne ricopiato a mano.
Non possediamo alcun originale, bensì molti manoscritti molto vicini al testo originale. Di molti testi inoltre vi sono diverse copie, trascritte in epoche diverse e con differenti modalità,che sono state catalogate secondo la loro importanza e attendibilità. Fin dall'inizio emerse l'attenzione costante a eliminare gli errori dei copisti, sia quelli dovuti alla normale disattenzione umana sia quelli introdotti volontariamente per cambiare il senso del testo. Il testo ebraico dell'Antico Testamento fu studiato e fissato tra VIII e il X secolo d.C. A opera di alcuni studiosi ebrei, i masoreti.


I masoreti furono eruditi e scribi ebrei che tra il VII e l'XI secolo d.C. si riunirono prevalentemente nelle città di Tiberiade e Gerusalemme per studiare e sistematizzare la Tanakh. Procedettero alla progressiva eliminazione di tutto ciò che essi giudicarono errori, deformazioni del testo e aggiunte inserite dai vari copisti, accumulate nel corso dei secoli, e alla minuziosa revisione dell’intero Antico Testamento per la comunità giudaica.
Essi accompagnarono il testo con annotazioni statistiche che avevano lo scopo di facilitare il controllo delle copie, come ad esempio l’individuazione della parola centrale di ogni libro ed il numero di parole e perfino di lettere presenti nello stesso.
Il più antico testo da loro realizzato è il Codice babilonese e la loro opera contribuì grandemente a preservare l’Antico Testamento ebraico nel corso del Medioevo.



I manoscritti di Qumram

I Manoscritti del Mar Morto (o Rotoli del Mar Morto) sono un insieme di manoscritti rinvenuti nei pressi del Mar Morto. Di essi fanno parte varie raccolte di testi, tra cui i Manoscritti di Qumran, che ne costituiscono una delle parti più importanti. I rotoli del Mar Morto sono composti da circa 900 documenti, compresi testi della Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e ile il 1956 in undici grotte dentro e intorno al Uadi di Qumram, vicino alle rovine dell'antico insediamento di Kirbet Qumram, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto.
I testi sono di grande significato religioso e storico, in quanto comprendono alcune fra le più antiche copie superstiti note dei libri biblici e dei loro commenti, e conservano la testimonianza della fine del tardo giudaismo del Secondo Tempio. Essi sono scritti in ebraico,aramaico e greco, per lo più su pergamena, ma con alcuni scritti su papiro. Tali manoscritti datano in genere tra il 150 a.C. e il 70 d.C. I Rotoli sono comunemente associati all'antica setta ebraica detta degli Esseni.


Il ritrovamento di questi importanti reperti risale all'aprile del 1947, quando un giovane pastore beduino di nome Muhammad Ahmad al-Hamid, appartenente alla tribù Ta‘amire, scoprì casualmente quella che oggi è chiamata "grotta 1", posta a circa 1 km a nord di Qumran. Sembra che Muhammad abbia scoperto la grotta inseguendo una capra che si era staccata dal suo gregge.
Il giorno dopo ritornò sul posto con un compagno e si arrampicò nella grotta scoprendo una serie di giare di terracotta, tutte più o meno cilindriche e munite di coperchio, nelle quali erano stati deposti dei rotoli avvolti nel lino. Secondo l'intervista fatta ai beduini nel documentario "L'Enigma dei Rotoli del Mar Morto", il giovane beduino aveva l'abitudine di tirare pietre nelle cavità che localizzava nei dintorni in cerca di tesori nascosti. E un giorno sentì il suono di un vaso che si infrangeva. Non è certo però che il giovane beduino fosse da solo quando si recò all'esplorazione della grotta per la prima volta.


I materiali usati per scrivere la Bibbia

La Bibbia fu scritta su materiali analoghi a quelli delle altre composizioni antiche: la pietra, l'argilla, il cuoio, il legno, le tavolette ricoperte di cera e, sopratutto, il papiro e la pergamena.
Papiro è la superficie di scrittura ricavata da una pianta acquatica, molto comune nel delta del Nilo e in alcune parti del Mediterraneo, un'erba palustre della famiglia delle Cyperaceae, il Cyperus papyrus.
Si ha notizia della lavorazione del papiro già dal 3000 a.C., quando grazie ad un raro frammento di carta di papiro non scritto, fu possibile risalire a tale data. Gli egiziani chiamavano i fogli prodotti dalla pianta del papiro shefedu, i greci li chiamavano biblos (dal nome della città fenicia di Biblo, principale porto d'esportazione del papiro) e i romani charta. La carta di papiro rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo della scrittura, poiché risultava facilmente pieghevole, leggera e di colore chiaro, tutte qualità adatte per gli scritti. L' Egitto ebbe nell'antichità l'esclusiva della produzione di carta papiro; lungo le rive del fiume Nilo. La sua produzione si distribuiva in più fasi: la raccolta della pianta, la sua divisione del fusto in lamine, la realizzazione del foglio, la rifinitura e l'assemblaggio del rotolo. I fogli ricavati dal papiro venivano poi destinati ad usi diversi in base alla loro qualità, stabilita in base alla loro dimensione. Dell'antica arte della produzione egizia del papiro, purtroppo, non ci rimangono notizie tramandate.


Sul papiro si poteva scrivere in righe orizzontali, generalmente su un solo lato del foglio, usando sia un pennello che uno strumento appuntito e intinto nell'inchiostro. La pagina veniva quindi suddivisa in colonne. Sull'altro lato del foglio poteva essere fissato un bastoncino chiamato “ombelico”, attorno al quale veniva avvolto il rotolo, conservato poi in uno scaffale o in appositi contenitori

La pergamena (detta anche cartapecora o carta pecudina) è una pelle di animale non conciata e composta di collagene, utilizzata come supporto scrittorio fino al XIV secolo, quando venne gradatamente soppiantata dalla carta di canapa o d'altre fibre tessili. Presenta una struttura coriacea ed elastica, per cui il degrado non avviene frequentemente.
La pergamena può essere prodotta con pelli di pecora,di capra o di vitello opportunamente depilate e fatte asciugare sotto tensione.
La pergamena (membrana o vellum in latino) prende nome dalla città di Pergamo (nell'Asia minore) dove, secondo la tradizione riferita da Plinio il Vecchio, sarebbe stata utilizzata attorno al II secolo aC., in sostituzione del papiro.
Nel mondo antico la pergamena non ebbe comunque grande diffusione, a causa della concorrenza del papiro, prodotto molto più abbondante e meno costoso. Soltanto a partire dalla tarda antichità (V secolo) la diffusione della pergamena sembrò aumentare fino a diventare il principale supporto scrittorio durante il Medioevo e prima di essere sostituita definitivamente dalla carta.

La forma dei libri era duplice:
Il rotolo o rotulus è stato progettato come supporto di scrittura, in cui una striscia lunga e stretta di papiro o pergamena, scritta da un lato, è stata anche descritta come una "tapparella o serranda (avvolta) sul suo bastone di legno".
I "rotoli" hanno formato il primo tipo di “volume” (volume dal latino volvere, avvolgere), di cui abbiamo conoscenza. Molti di questi rotulus sono stati recuperati nella loro forma primitiva provenienti dagli scavi di Ercolano e altrove.

Il codice è un libro manoscritto. L'origine del nome deriva dal latino caudex "tronco d'albero", poi chiamato codex, si riferisce all'uso antico di scrivere su tavolette di legno ricoperte di cera, unite insieme da anelli metallici o da una striscia di cuoio.
Nel corso del tempo il termine codex andò a indicare l'unione di un insieme di queste tavolette fino a indicare un insieme di fogli rilegati insieme che andavano a contrapporsi con il volumen, ovvero ai fogli che venivano avvolti a rotolo.
I più antichi codici conservati sono egiziani e risalgono al I secolo d.C., e quindi il loro impiego, diffusosi in quegli anni, si protrasse fino all'invenzione della stampa.
Il successo dell'uso del codice si giustificò sia per la grande disponibilità della materia prima sia per la sua destinazione, che ricevette un grande impulso dalla Chiesa non solo per l'uso didattico ma anche per la facilità di lettura e di scrittura e per la rottura con la tradizione pagana, legata ancora al volumen.

La pergamena venne sostituita intorno al X secolo dalla carta. Fu l'invenzione della stampa, alla metà del XV secolo, a promuovere
la diffusione della Bibbia. Essa fu infatti la prima opera a essere stampata tipograficamente e ancor oggi è il libro più stampato e tradotto nel mondo.

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